poetto

Una raccolta www.storydrawer.org

L’amore tradito

Pubblicato da poetto il 27 ottobre 2009

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (2 voti, media: 3,50 su 5)
Loading ... Loading ...

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (2 voti, media: 3,50 su 5)
Loading ... Loading …

A volte il mondo è veramente piccolo.
Per chissà quali oscuri motivi, ammesso che possano essercene, si viene, in modo assolutamente casuale, a conoscenza di persone e fatti che ci aprono nuovi orizzonti, nuove vie, non sempre piacevoli, anzi, a volte fonte di imbarazzo e dispiacere.
Lunedì mattina, una giornata come tante altre, entra in ufficio un signore inglese, elegante, alto, il suo nome, Albert Bloom, mi era stato fatto da un collega che lo aveva indirizzato al mio ufficio.
La mattina dopo, prima di entrare in servizio, come mia abitudine, vado a fare colazione al Bar Rosso; seduto in un tavolino c’è Albert Bloom, il quale come mi vede fa un cenno di saluto.
Mi avvicino per salutarlo.
Scambiamo qualche frase di convenevoli poi lui si alza paga ed esce.
I miei occhi lo seguono mentre esce dal locale.
Fino a questo momento ritenevo Federica, moglie di mio fratello Carlo, una moglie fedele e una madre irreprensibile.
Quei secondi, pochi secondi, che seguirono cambiarono il mio parere su quella persona e mi misero in una situazione molto antipatica e difficile.
Il mio sguardo, in modo meccanico, senza nessun motivo, seguiva Bloom quando, proprio fuori dal Bar, questi si trovò davanti Federica.
La vetrata del Bar lasciava vedere tutto quanto, vedevo distintamente Bloom che baciava in modo passionale la moglie di Carlo.
Non riuscivo a credere a quello che vedevo.
Mi sentivo come se mi avessero tirato un secchio di acqua gelida.
Molto probabilmente Federica non mi aveva visto.
Questione di secondi poi i due piccioncini, mano nella mano, si allontanano dalla mia vista.
La mia mente fa mille congetture, ma l’evidenza dei fatti è talmente lampante che tutte le congetture fatte per giustificare quel comportamento saltano una dopo l’altra; la risposta è una sola: tradimento.
Ripenso a Carlo.
Aveva conosciuto Federica sui banchi di scuola, alle superiori.
Sono cresciuti insieme e per me era come una sorella.
A casa sono indeciso se dirlo a Francesca, mia moglie.
Essere a conoscenza di questo fatto mi mette in estremo disagio, avrei preferito non sapere nulla, continuare a vivere, nell’ignoranza dei fatti, una vita serena, invece ora so.
Penso a Marco, mio nipote, a come potrebbe essere sconvolta la sua vita.
Passo dalla cucina al salotto, vago per la casa in modo scomposto.
Francesca si rende conto che qualcosa mi rende nervoso, mi guarda, quello sguardo dice tutto.
. Che succede Mario? Non dirmi che ti hanno riparlato del trasferimento a Torino?! – mi dice presupponendo un problema di lavoro.
. Sono venuto a conoscenza di una cosa che…guarda, anche a parlarne…
. A conoscenza di cosa?
. Ho visto Federica con un altro – non riesco a trattenere il mio segreto.
. Cosa?! Ma sei sicuro? Come…ma no! Dai…stiamo parlando di Federica.
. Lo so! stento a crederci anche io. Sai quando si dice trovarsi nel posto giusto al momento giusto? Ebbene, io ero al posto giusto al momento giusto. È stato un caso, un puro e semplice caso che fossi lì in quel momento.
. Scusa, ma che hai visto di preciso? Come fai ad essere certo che fosse lei?
. Ero al Bar, stavo guardando un cliente, un signore inglese che è venuto in ufficio ieri, quando ho visto questo signore che baciava Federica.
. Dentro il locale?
. Ma no! Erano fuori, li ho visti attraverso la vetrata del locale. Ti assicuro che era lei, riconosco mia cognata. Era proprio lei.
. Assurdo! ma…scusa lei non sapeva che tu andavi a fare colazione in quel Bar?
. Fino a due mesi fa andavo al Bar Italia, poi hanno chiuso per ristrutturazione ed ho incominciato a frequentare il Bar Rosso, che frequentavo quando ero ragazzino assieme ai miei amici, mi è piaciuto, era sulla mia strada e quindi ho continuato ad andare lì. Sicuramente lei non sapeva che avrebbe potuto trovarmi, anche perché non è vicinissimo all’ufficio.
. Ricordo che qualche mese fa mi hai detto del Bar, ma, ti giuro, non ricordavo il nome dell’altro Bar. Sono convinta che non lo sapesse neanche Federica. Brutta faccenda! Cosa intendi fare?
. Non lo so! Veramente una situazione antipatica. Se Carlo venisse a saperlo…
Mentre discutiamo sul da farsi, il campanello suona.
Chi può essere?
Guardo lo spioncino, è Carlo con il bambino.
Guardo Francesca, lei capisce, dal mio sguardo assente, che dietro quella porta c’è Carlo.
Apro la porta, il bambino sfodera un bellissimo sorriso, è contento di essere dagli zii.
Noi non abbiamo avuto bambini, il signore ha deciso così per noi.
Nostro nipote è oggetto delle nostre attenzioni, lo riempiamo di doni, giochi, dolci, a volte penso che ci facciamo prendere la mano, è più forte di noi.
Carlo mi dice che il bambino aveva insistito per venire dagli zii e lui, visto che era in zona, non ha potuto fare a meno di portarlo.
Francesca porta il bambino in cucina, una torta alla panna lo attende.
Come il bambino si allontana, Carlo si avvicina e mi dice: voglio chiederti una cosa.
. Una cosa?!
. Riguarda Federica.
. Federica? Cioè?!
. Ultimamente si comporta in modo strano…non so spiegarti, sai quando conosci una persona da anni, noti anche il minimo cambiamento del comportamento. Forse la routine ha fatto spezzare un qualcosa.
Queste frasi mi fanno gelare il sangue.
Capisco che Carlo non è al corrente del tradimento di Federica ma ha intuito, capito, che qualcosa non va.
Lo guardo, cerco di trovare le parole ma non so che dirgli, resto muto.
Penso alla scena del Bar, penso a Marco.
Non voglio essere artefice della dissoluzione della famiglia di mio fratello, d’altronde non posso fingere che quello che sta accadendo sia una cosa di poco conto, non so cosa fare.
All’improvviso, mio fratello si guarda attorno, forse per vedere se il bambino è vicino, si avvicina ulteriormente a me e dice all’orecchio, come se stesse confidandomi un segreto custodito da tempo: Temo che Federica mi tradisca – é una affermazione quasi buttata lì per vedere la mia reazione, per capire se i timori suoi erano condivisi, percepiti anche da me.
Quelle frasi suonano come uno scoppio.
Io so la verità ma non voglio essere partecipe di questo dramma.
Lo guardo, decido di non dirgli nulla.
Un mio amico mi disse che noi siamo come attori ed il mondo è il nostro palcoscenico; mai come in questo momento mi sento un attore che recita una parte che non vorrebbe recitare.
Quanta finzione per cercare di recuperare un rapporto, per non distruggere una famiglia.
Fingo io, finge mia cognata, tutto è finzione.
Mi rendo conto che mio fratello aspetta una risposta.
. Perché dici questo? – gli domando fingendo di non capire il perché di quella affermazione.
. Sensazioni. Mi sto facendo delle paranoie…non trovi?!
Il bambino chiama il papà, la discussione termina.
Come mio fratello, assieme al bambino, esce racconto a Francesca quello che lui mi ha detto.
Decidiamo che dobbiamo parlare a Federica, ci illudiamo inizialmente che, forse, la situazione potrebbe essere recuperabile, che lei potrebbe lasciar stare il suo amico inglese e ritornare ad essere la moglie fedele e la mamma felice di un tempo.
Come la discussione va avanti ci crediamo sempre di meno, però, la speranza è sempre l’ultima a morire.
Ci siamo convinti che lo sfogo di mio fratello segna l’inizio della fine di un rapporto, comunque sia dobbiamo assolutamente parlare con Federica, tentare, al massimo delle nostre possibilità, di recuperare la sua famiglia.
Il problema è che anche noi non ci crediamo; quello che ho visto al Bar era chiaro, limpido, il suo messaggio diceva che, oramai, c’era poco da fare.
Il vaso era rotto, per Carlo era solo questione di tempo per venirne a conoscenza.

Un commento a “L’amore tradito”

  1. andrea dice:

    Ciao poetto,
    ben scritto, secondo me, ma pare un po’ monco, come se mancasse il finale…

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>