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Fine del mondo

Pubblicato da poetto il 30 ottobre 2011

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Pochi, in quel fatidico 21 dicembre 2012, avevano fatto caso ad un articolo, apparso nei maggiori quotidiani nazionali, dove un tale Peter Galland, astronomo, diceva di aver scoperto un asteroide che aveva, secondo lui, qualche possibilità di arrivare da noi, sulla terra.
La notizia sembrava come quelle dei “predicatori” di terremoti, una cosa da non prendere troppo sul serio.
Tutti, o quasi, la mattina del 22 ridacchiavano felici del fatto che la fine del mondo non c’era stata.
Naturalmente i più non avevano creduto alla leggenda dei Maya: è roba da sciocchi credere a queste cose, solevano ripetere.
L’asteroide era grande come il monte Everest, forse anche più grande.
Galland aveva visto giusto, come avevano visto giusto le profezie Maya, quella data era lo start della fine.
Chiamato asteroide Galland, questo corpo celeste viaggiava verso il centro del sistema solare.
Man mano che il tempo passava ci si rendeva conto che l’asteroide, sempre più visibile con i normali strumenti astronomici, si dirigeva proprio sul nostro pianeta,
dove tutto sembrava procedere come sempre.
La ripresa economica pian piano stava rafforzandosi, dando una visione del futuro diversa.
Le cose iniziavano a girare meglio per tutti.
La vita andava avanti come sempre.
Un blog inglese aveva notato che il professor Galland, lo scopritore dell’asteroide, era misteriosamente scomparso.
Secondo il relatore dell’articolo, la sua scomparsa appariva alquanto “strana”, il professore, infatti, fu trovato privo di vita all’interno della sua auto, questo prima di un convegno che avrebbe dovuto tenere a Leeds.
L’autore dell’articolo, che conosceva il professore, sospettava che lui sapesse qualcosa di “grosso” che non doveva essere divulgato.
Aveva visto il professore la mattina prima e gli era apparso molto eccitato per un qualcosa che voleva comunicare al mondo intero, alla sua domanda sul cosa fosse, lui aveva sorriso e detto: domani sera, caro mio…domani sera.
Quello che il professore voleva far sapere al mondo era che l’asteroide si stava dirigendo sul nostro pianeta, anzi, entro poco tempo sarebbe anche stato visibile con dei semplici strumenti astronomici.
Lui aveva parlato con i maggiori responsabili dei governi del nostro pianeta, da questi aveva avuto la rassicurazione che un complesso sistema missilistico avrebbe certamente bloccato la minaccia, facendo deviare l’asteroide prima ancora che apparisse nel nostro orizzonte…non era vero! Non c’era il tempo materiale per organizzare una complessa operazione del genere, inoltre la crisi economica aveva fatto si che il programma di difesa spaziale dai corpi celesti, che esisteva, come il professore sapeva, aveva subito un brusco rallentamento.
Quello che stava per dire il professore non poteva essere detto.
La terra stava per essere colpita da un corpo celeste molto grande, non esisteva nessuna possibilità realistica di bloccarne o deviarne la traiettoria, dare una notizia del genere sarebbe stato il caos più assoluto.
La fine del mondo, letteralmente la fine del mondo si avvicinava.
Man mano che l’asteroide avanzava diversi scienziati si domandavano se quel corpo celeste non fosse troppo sulla nostra traiettoria.
Un sito di astronomia tedesco aveva calcolato che esisteva una forte possibilità che l’asteroide si potesse schiantare nella zona del Canada settentrionale.
Il sito si chiedeva come mai nessuno aveva preso in considerazione questa possibilità.
Il sito, dopo due ore scompare dalla rete.
Sembra quasi impossibile nascondere quello che sta davanti agli occhi di tanti.
Durante un programma televisivo un astronomo, sudato, agitato non riesce a resistere e confessa che i calcoli da lui fatti, assieme al suo gruppo, danno come certo lo schianto sul Canada, tutti rimangono senza parole, poi ripresi dalla notizia tempestano di domande il povero scienziato, il quale confessa di non sapere quali saranno tutte le conseguenze future ma di certo l’energia sprigionata dall’evento sarà paragonabile a quella di molte bombe atomiche.
Non sa se la terra sarà in grado di riprendersi: forse un evento simile è successo 65 milioni di anni fa, se l’impatto fosse simile…tirate voi le conseguenze, dice con un filo di voce.
Subito i responsabili del governo locale si mossero per screditare lo scienziato, per far apparire quel gruppo di studio una manica di incompetenti.
Ci riuscirono in parte, la fama del professore in questione era troppo grande per farlo apparire un ciarlatano.
Pressati dall’opinione pubblica, sempre più spaventata, e con il timore di non poter più controllare la situazione, diventata molto difficile, il governo americano annuncia che stava partendo il piano per deviare l’asteroide, era previsto il lancio di una serie di missili balistici modificati; annuncia, inoltre, che il corpo celeste, con ogni probabilità, si schianterà sulla Luna e che le ripercussioni dell’impatto sul nostro pianeta potrebbero essere minime, se non nulle.
Fanno di tutto per far credere che la possibilità che colpisca la Terra sia inesistente.
Il comunicato diceva che il piano era stato messo a punto diversi anni prima, solo che il corpo celeste doveva essere a portata di missili per poter essere distrutto o deviato.
Secondo un rappresentante americano questa era un’ottima opportunità per verificare se il sistema di difesa terrestre era valido.
La comparsa del corpo celeste dava una possibilità unica per sperimentare tutto il sistema.
Quindi i missili non venivano lanciati perché era necessario farlo per la difesa ma per verificarne l’efficacia, casomai se ne fosse presentata la necessità.
In tanti credettero a questa balla, d’altronde erano in pochi ad avere delle informazioni tali da poter smentire il tutto e quei pochi erano stati fatti evacuare, assieme alle loro famiglie, in luoghi sicuri, o ritenuti tali.
La balla sembrava reggere, almeno la gente stava tranquilla, o per lo meno molti si potevano illudere che tutto sarebbe andato per il meglio.
Nessuno, però, aveva detto alla gente che il programma, a causa della crisi, era stato bloccato e quindi non era realmente operativo e, in ogni caso, viste le dimensioni del corpo celeste, il lancio dei missili non sarebbe servito a nulla.
Un sito americano che si occupava di cospirazioni, pubblica un articolo secondo cui diverse personalità politiche, economiche, scienziati, sono misteriosamente “scomparsi” dalla scena.
Sempre lo stesso sito mette in risalto lo strano movimento di persone nella zona di Mont Green, una remota località del Texas, dove secondo alcuni ci sarebbe il più grande e segreto rifugio antiatomico del pianeta.
La notte del 15 marzo 2013 gli abitanti dello Yukon scoprono per primi che l’asteroide non va a schiantarsi sul nostro satellite ma sulle loro teste.
L’impatto è immane, solleva una quantità di terra enorme, tutto viene completamente distrutto nell’arco di circa 200 chilometri dal punto d’impatto, l’onda d’urto fa più volte il giro del mondo, il cielo viene oscurato.
Nessun missile viene lanciato, non sarebbe servito a nulla.
La fine del mondo è arrivata.

Un commento a “Fine del mondo”

  1. Fabio dice:

    Premetto che hai scelto un argomento piuttosto difficile da affrontare in modo originale.

    Secondo il mio modesto parere la storia è piuttosto lineare, forse un colpo di scena inserito nel punto giusto avrebbe reso la storia più accattivante.

    In ogni caso grazie per averlo pubblicato,
    Fabio

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