La foto
Pubblicato da poetto il 10 marzo 2009
Sono in cantina a mettere in ordine tutti questi scaffali.
Quanta roba da dare via, un mare di oggetti si parano davanti a me.
Sono quaderni di scuola, cartoline, un mazzo di vecchie foto.
Mi siedo per guardarle, quanto tempo è passato.
Mi rivedo da piccolo, con il vestito della prima comunione, che buffo!
Trovo un’altra foto che non ricordavo di avere, in questa ci sono delle persone che posano davanti alla macchina fotografica.
È una vecchia foto in bianco e nero, probabilmente degli inizi del 900.
Che strano! Mi è sembrato che un tipo della foto si sia mosso, sono qui da troppe ore.
Mollo tutto, prendo la foto, chiudo la cantina, domani ritorno per continuare a mettere in ordine, oggi ho fatto anche abbastanza.
Domenica prossima ho intenzione di andare al mercatino dell’usato e dare via tutta questa roba, che ormai ha decisamente fatto il suo tempo.
. Allora Carlo, cosa hai trovato? – chiede Anna, mia moglie.
. Un sacco di roba vecchia. Non so se riusciremo a vendere qualcosa.
. Papà, non vendere anche i miei giornalini, mi raccomando – mi dice Alessio, preoccupato della sua collezione di Tex, che poi era la mia.
. No, Alessio te l’ho gia detto… non li vendo. In cantina ho trovato anche questa vecchia foto- mostro la foto. Ci sono dei personaggi, nella foto, che prima non c’erano.
. Cos’hai Carlo?!
. Prima in cantina ho visto la foto. Questi due non c’erano!
. Cosa?! ma che dici?! Stai scherzando?!
. Deve essere la stanchezza, tutta la sera a mettere a posto la cantina.
Metto via la foto, si cena.
La sveglia suona, maledettissima rompiscatole.
Mi alzo, guardo l’ora, le 6 e 50.
Preparo il caffè.
Nel tavolino del telefono ho messo la vecchia foto trovata ieri, la prendo e la riguardo.
Nella foto non c’è nessuno, nessuno!
Non è possibile!
Ma che assurdità è questa?!
Riguardo, non è possibile che tutti i personaggi siano spariti.
Non so dare una spiegazione al fenomeno, so solamente che ieri c’erano delle persone, ora non ci sono più.
Come si può spiegare? Non lo so!
Le otto, i primi clienti iniziano ad entrare.
. Ha ricevuto la foto? – mi dice un giovane.
. Come dice scusi?
. Aveva chiesto una prova della nostra esistenza. Noi le avevamo promesso una foto temporale. Allora?!
. Mi sa che sta sbagliando persona. Io non avevo chiesto proprio nulla. Non mi pare che le si sia presentato!
. Come non ha chiesto nulla? La sua richiesta è stata fatta telepaticamente alla nostra stazione interplanetaria.
. Guardi, se questo è uno scherzo…bhè non è proprio il momento migliore…se vuole essere così gentile da far passare l’altro signore. Grazie!
Il giovane si allontana, come si arriva verso l’uscita pian piano svanisce, si svanisce nel nulla.
Mi fermo un attimo.
Il cliente, che c’era dopo il giovane, è già andato via.
Chi era quel giovane? Soprattutto, come ha fatto a sparire nel nulla?!
Ricordo che, l’altro giorno Alessio, mi ha detto che Mauro, il suo amico, ha raccontato che il papà è un appassionato di UFO, legge di tutto su quella materia.
Un dubbio si presenta al mio cervello: è possibile che gli extraterrestri esistano ed abbiano, per qualche assurdo motivo, scelto il vicino per comunicare?
Si va bene! Ma io che c’entro?!
Magari hanno sbagliato, hanno confuso lui con me.
Che idea bizzarra!
La voce di Marco, il mio collega, mi riporta alla realtà del lavoro.
. Carlo, c’è tuo figlio al telefono.
. Mio figlio? – mi avvicino al telefono, Alessio sa che deve chiamare solo se c’è effettiva necessità.
. Pronto! Alessio?
. Scusa papà se ti chiamo, il papà di Marco ha visto la vecchia foto che hai fatto vedere ieri e mi ha chiesto se possiamo dargliela.
. Dille che è una foto di famiglia, non dargli nulla…perché ha tutta questa fretta? Non può aspettare che rientri a casa?!
. Non lo so! Continua ad insistere…scusa se ho chiamato ma non mi mollava con questa storia…fammi il piacere…chiamalo…per favore chiamalo…mi ha detto.
Torno a casa.
Poggio la giacca e vado a vedere la foto, incredibile i personaggi sono ancora cambiati.
È come se qualcuno scattasse delle foto ad intervalli di un’ora, lasciando la macchina fotografica sempre nella stessa posizione.
Ora nella foto c’è un bambino, che prima non c’era, questi gioca con un bastoncino a far girare un cerchio.
. Alessio, come mai c’era il signor Matte?
. Ha detto che voleva parlati di una cosa del condominio, poi ha visto la foto.
. La foto?
. Si! Ha detto che era appassionato di foto antiche…insomma due scatole…gli ho detto che dovevo chiederti il permesso.
. Ma non poteva aspettare che ritornassi? Non abito mica in Giappone! Perché tutta questa fretta?
. Non lo so!
. Viene a guardare anche tu…guarda questo bambino che gioca con questo cerchio.
. Ieri non c’era! Papà, eri non c’era…ma come è possibile?! È un’altra foto?! Vero!
. È la stessa foto di ieri…non so come spiegare il fenomeno…incredibile!!
Non so cosa fare con questa foto.
Devo dirlo a qualcuno che ho trovato una foto con queste caratteristiche?
Metto via la foto, dentro un cassetto.
Alessio, ha visto anche lui la foto, ha visto che ora c’è un bambino, che prima non era presente, ha capito che non ho truccato la foto, che motivo avrei avuto e poi con quali mezzi?!
A cena si continua a parlare di questa storia, ci siamo messi d’accordo che la notizia non deve uscire fuori dalla famiglia, sempre meglio evitare curiosi e curiosità sulla nostra esistenza, non racconto del giovane che si è presentato a lavoro.
Domani è domenica, per fortuna il negozio è chiuso.
Abbiamo programmato di andare trovare il fratello di Anna.
Mattina presto, sono curioso di vedere cosa presenta la foto.
Apro il cassetto, è sparita, qualcuno l’ha fatta sparire.
Controllo in tutta la casa, chiamo subito Anna ed Alessio, tutti giurano di non averla spostata.
Allora che fine ha fatto?!
Ricontrollo per la casa, nulla.
Vedo se si sono portati via altra roba, eravamo a casa e non ci siamo accorti di nulla.
In casa sembra non mancare altro, sono entrati per portarsi via la foto? Mi pare abbastanza assurdo.
Pazienza! L’importante è che non abbiano toccato altro e, soprattutto, che nessuno si sia fatto male.
Sono passati sei giorni dalla sparizione della, sto per coricarmi quando sento qualcuno che mi chiama, o meglio che chiama.
Sono solo in cucina, abbasso il volume della tivu’, mi avvicino alla finestra.
Non vedo nessuno, sotto, nella strada, qualche auto sfreccia veloce ma di persone neanche l’ombra.
Riaccendo la tivu’, di nuovo la voce.
Spengo tutto, resto affacciato sul balcone, sono le 23 e 30.
Una luce si avvicina verso la mia direzione, una piccola luce bianca.
Resto fermo, inconsciamente penso che quello sia un grosso insetto, non so perché.
L’oggetto si avvicina, fa una virata di 90 gradi, si dirige verso la casa del vicino, il signor Matte.
Mi arrampico nel balcone per tentare di vedere meglio, una luce intensa invade una stanza del vicino, dalla mia posizione non riesco a vedere di più.
Se mi sporgo di più potrei cadere, non vedo molto.
Dopo due minuti la luce si spegne, tutto è silenzio, il buio si riappropria della casa del vicino, non sento più la voce chiamare.
Sto scendendo le scale, al primo piano trovo il signor Matte, sembra aver fatto una notte in bianco.
Gli chiedo come va, lui mi guarda straniato, come se non avessi rivolto a lui la domanda.
. Tutto bene Dario?!
. Come?!
. Ti vedo un po’ stanco!
. Sapessi che notte ho passato…tu non puoi immaginare…mi trovo in una situazione molto delicata.
. Cioè?!
. È una storia lunga.
. Ho tempo!…posso parlati francamente?!
. Certo! Dimmi!
. Allora…ho il timore che tu sia in contatto con gli extraterrestri…lo so, è una cosa assurda…non guardarmi così …non sono pazzo.
. No! Visto che ne parli…non volevo dirlo a nessuno…solo che ho saputo che, per errore, ti è stata mandata la prova che doveva essere inviata a me…si è vero sono in contatto con gli extraterrestri.
Resto fermo a guardare il volto di Dario, non credo che menta, non credo che soffra di allucinazioni.
La notizia è grande, molto grande.
Mi chiedo chi siano questi esseri, cosa sanno di noi, cosa intendono fare nei nostri confronti.
Che tecnologia hanno, sono pacifici o aggressivi?
Dario mi stronca subito.
. Guarda, perdonami…ho capito che tu credi che non racconto balle…ho promesso che non rivelerò, fino a che non ci saranno le giuste condizioni, nulla a nessuno…posso solo dirti che ho visto una loro astronave…roba da non credere! Loro sono tra noi…ci sono tutta una serie di extraterrestri, di diversi sistemi, che ci spiano, ci controllano, sono curiosi della nostra esistenza…la cosa importante è che non siamo interessanti dal punto di vista economico, delle risorse, non siamo appetibili per questi extraterrestri…meglio così! Scusa ma devo proprio andare.
Che notizia! Sospettavo qualcosa…non riesco a crederci…gli extraterrestri mi hanno contattato, anche se per sbaglio, ho la prova provata, se così si può dire, della loro esistenza.
La moglie ed il figlio di Dario sono preoccupati.
Dario manca da due giorni, è sparito nel nulla.
Carla, la moglie, anche questa mattina è passata a casa per chiedere se avevamo visto Dario, piange.
. Calmati Carla…vedrai che ritorna – ripete per l’ennesima volta Anna, senza ormai crederci più di tanto.
. Ma dove è andato? Possibile che sia sparito tutto questo tempo? Temo che gli sia successo qualcosa…lo sento. È sparito senza portarsi via nulla. Guarda le chiavi di casa…il portafoglio…dove va senza portafoglio, senza soldi?
. Cosa pensi di fare?
. Ma cosa ne so! Con mio cognato abbiamo fatto le strade che percorre di solito…ah! ti ho detto che la macchina era parcheggiata nel parcheggio del lavoro…ha parcheggiato e poi è sparito nel nulla…dove può essere?! Come si può sparire nel nulla? Ti giuro non so più cosa fare… ho fatto la denuncia di scomparsa…non lo so!…non lo so – continua a piangere, gli occhi sono rossi, il viso stravolto.
Non voglio assolutamente prendere il discorso extraterrestri, magari Dario è sparito perché era stufo della famiglia, mi spiace ma questo è un argomento tabù.
Lunedì mattino, eccomi, come sempre, davanti ad un cliente, un noioso e saccente cliente che chiede di tutto e fa di tutto per far perdere le staffe.
Per fortuna anche questo ciclone – cliente va via.
Mi giro per prendere il posto nella mia postazione e, nella mia scrivania, vedo la foto, proprio quella che era sparita da casa.
La prendo, perché è riapparsa?
La cosa mi preoccupa, non voglio più avere nulla a che fare con questa foto.
La prendo, la lascio nella scrivania di Marni, il sapientone, ritorno nella mia posizione.
A fine giornata vedo Marni con in mano la foto.
Provo a stuzzicarlo.
. Bella…dove sarà stata scattata?
. Me la sono ritrovata nella mia scrivania…bella vero?!
. Già!
. Questa è stata scattata, con ogni probabilità, davanti al largo. Penso che si possa datare intorno al 1914- 1920…è proprio un bella foto. Ho chiesto in giro, nessuno sa di chi è…me la tengo io…non trovi?
. Se nessuno la reclama…mi sembra giusto!
. Che strano! Vedi questo signore con in capotto lungo?
. Si!
. Ti sembrerà assurdo…ma …ho l’impressione che prima fosse in un’altra posizione…assurdo vero?!
. Sarà solo la stanchezza che ti fa vedere cose…”strane”.
Oggi il collega non si è presentato al lavoro.
Il direttore prova a chiamare a casa sua, magari non si è svegliato.
Il telefono continua squillare a vuoto, non è da lui.
Marni è sempre stato un tipo abbastanza preciso, non avrebbe fatto una assenza del genere senza un motivo valido, forse sta male.
Essendo una struttura privata, la nostra, c’è più attenzione a certi aspetti del lavoro.
Decido di passare a casa del Marni a fine turno.
Parcheggio la macchina, mi avvicino all’ingresso del palazzo, proprio a due passi da me, l’auto del collega, una berlina rossa, si fa notare, non ci sono altre auto parcheggiate vicino.
Devo supporre che il collega sia in casa.
Ho un po’ di remore a suonare il campanello, non ho tutta confidenza con lui.
Ripenso alle frasi del direttore, mi convinco che fargli presente che un simile comportamento può mettere a rischio il suo posto di lavoro, è un gesto che devo compiere.
Mentalmente, prima di suonare, penso a quale possibile scenario potrei trovarmi e quali possibili aiuti potrei dare.
Suono, aspetto qualche minuto.
Nulla, nessuna risposta.
Risuono e aspetto, nulla.
Resto forse dieci minuti in attesa che il Marni risponda.
Mi chiedo cosa può essergli successo.
E se stesse male veramente, magari è svenuto ed ha battuto la testa, cosa faccio?!
Aspetto ancora un po’.
Sto per andare via quando, dal palazzo, esce un signore, mi avvicino per chiedergli se, questa mattina, ha visto il collega.
. Buona sera…scusi, sa se il signor Marni è in casa?!
. Penso di si…questa è la sua macchina – mi dice il tipo, indicando con la mano la macchina rossa del collega.
. Si! Conosco l’auto…ho provato a suonare ma non risponde nessuno…vede io sono un collega, questa mattina non si è presentato a lavoro….non vorrei gli fosse capitato qualcosa di brutto…quando è mancato ha sempre avvisato…e poi la macchina. Perché c’è lì la macchina?
. Senta, devo andare a lavorare…se vuole può parlare con il responsabile condominiale…magari lui ha la chiave dell’appartamento…vada al piano terra, dal signor Rossi.
Seguo il consiglio del vicino, provo a cercare questo signor Rossi, non c’è neanche lui.
Una targhetta, davanti all’ingresso, mi rende partecipe del fatto che, dopo le 19, sono chiusi, non ricevono.
Torno a casa.
Spero che il collega non sia in difficoltà, d’altronde non posso certo far abbattere una porta se nono sono ragionevolmente sicuro che il collega sia in pericolo.
Potrebbe essere a casa di qualcuno ed essere stato nella impossibilità di avvertire.
Sorpasso la raffineria, il traffico è praticamente nullo.
Temo che questa storia sia collegata alla foto, realizzo che averlo messo in mezzo in questa storia è anche colpa mia, continuo a guidare pensando cosa possa essere successo e che fine possa aver fatto.
Devo raccontare alla mia famiglia del giovane che si è presentato a lavoro ma soprattutto, quello che mi ha confessato Dario è un importante anello per capire meglio cosa possa essere successo, avrei voluto evitarlo ma le cose stanno prendendo una strana e brutta piega, più dati si hanno e meglio si possono capire le cose.