Quello che mi passa per la testa…..

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Angel Room – Chapter three: Fuggire

Pubblicato da unsoundnosound il 20 settembre 2007

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Capitolo 3: Fuggire

 

Un bambino gioca nel cortile della zia.

Ride è contento non bada a nulla, i suoi occhi brillano di felicità, ha un’amica con lui, è l’unica con cui gioca, gli altri lo scansano, non vogliono giocare con lui, piange ogni volta, non fa’altro che piangere e essere rincuorato dalla madre, sua sorella gli dice che non deve piagnucolare, che deve essere forte, ma lui piange ancora e ancora, le sue lacrime cadono dal suo viso incessanti, il tempo passa il bambino diventa ragazzo, poi uomo, ma le sue lacrime non smettono mai.

Perché piange? Per chi piange?

 

Credo che tutti i sogni che faccio abbiano un significato nascosto. Nascosta in loro c’è qualcosa che noi vogliamo, di cui abbiamo bisogno, forse nei sogni, in quelli che non ricordiamo, riviviamo il passato.

Ogni cosa ha uno scopo…

Ma non ne trovo uno che sia adatto a me, e alla mia vita.

Mi accendo una sigaretta, mi sono promesso di smettere da circa dieci anni, più o meno da quando ho iniziato, come al solito guardo dalla finestra la gente che passa e mi chiedo dove vadano.

Tutti hanno fretta, si muovono come formiche operaie. Mi guardo allo specchio, sto in uno stato di forma quasi schifoso, cerco di darmi una rinfrescata e esco di casa per andare a trovare l’unico mio amico…

Uno spacciatore.

Arrivo da lui in poco tempo. abita a pochi metri da casa mia, si chiama Emanuel, è mezzo portoricano e mezzo italiano.

Come al solito mi accoglie con un grosso sorriso sulle labbra, caccia via due puttanelle che stavano con lui, e mi fa accomodare in cucina…

-vuoi qualcosa Adamo? non so, un caffé, un bicchier d’acqua, un Jack Daniels?-

-No grazie Emanuel, sono venuto qui per parlare un pò…-

-cos’è che ti turba amico, una cica ti stuzzica la gola?una delle mie??-

-No no, grazie Emanuel, ma lo sai che non vado con le tue ciche..-

-Ma lo sai che non hai che da chiedere amico! Comunque cos’hai che ti snerva, lo si vede dagl’occhi che non dormi… hai ripreso a drogarti?-

-No…lo sai che ho smesso, grazie a te…spacciatore…-

-he he he, divertente no? uno spacciatore che aiuta un drogato a disintossicarsi!è da andare dal Maurizio Costanzo Show!-

-Già, dal panzone con la moglie uomo…no, volevo parlarti delle strane visioni e dei strani sogni che ho avuto-

-Dimmi tutto, lo sai che mi piacciono i sogni…-

-bè è un pò difficile da spiegare… non ricordo nemmeno molto, c’era una donna che versava lacrime di sangue e una mia, diciamo copia, con una spada in mano…poi altre cose che non ricordo….-

- bè non mi sei molto d’aiuto amico, lo sai, non mi hai detto nulla, non posso dire nulla…dimmi di più…-

-Io…no lasciamo perdere Emanuel, era solo un sogno, per quanto mi ha turbato era solo nella mia testa.

-Ma lo sai che importanza hanno?-

-Forse hanno più importanza di tutto quello che c’è nella vita reale, ma per adesso…sono solo una manifestazione del mio inconscio.-

 

Avrei voluto dire di più a Emanuel, dirgli della telefonata con quel numero, dell’uomo che ho visto sotto casa mia e

dell’immagine che ho visto dentro il mio specchio…ma mi avrebbe preso per un pazzo.

 

Torno a casa.

Davanti la mia porta c’è un ragazzino ad aspettarmi, lo conosco, abita nel mio stesso palazzo…

-mi scusi signore, lei è il signor Adamo?-

-si, cosa vuoi?-

-un uomo mi ha detto di darle questo…-

Era una busta da lettere con dentro un fazzoletto, c’era scritto con una specie di inchiostro rosso un numero…

742

Non so il perchè ma mi montò una gran rabbia…

-chi te l’ha dato!?-

- non lo so io…-

-rispondi! chi te l’ha dato, l’avrai visto in faccia no? chi diavolo te la dato!!-

Come è normale che accada il bambino cominciò a piangere, lo mandai a casa dalla madre con dieci euro per farlo stare zitto…

Ancora questi numeri…

Un tormento continuo, la mia vita va a farsi fottere…

 

Entro in casa, sulla segreteria telefonica c’è un messaggio da parte di mia sorella…

-Adamo, ti prego, io….no so che fare, papà chiede di te, soltanto di te, vuole il tuo perdono…tu…tu..

glielo devi concedere, in fondo è tuo padre Adamo…ti prego, non ti costa nulla…ti prego, si trova

all’ospedale Figlie di S.Camillo, ti prego lui ti aspetta, ma la morte no…-

 

Ho passato anni a fuggire dal mio passato, e ora me lo ritrovo di nuovo di fronte, più attuale del presente…

Sto scoprendo che la fuga non serve a nulla, alla  fine i problemi irrisolti tornano sempre…

 

Mio padre…

 

 

 

 

2 Commenti a “Angel Room – Chapter three: Fuggire”

  1. Andrea dice:

    Bello, all’altezza degli altri capitoli. come al solito ci lasci col fiato sospeso…

  2. fabio dice:

    Uffi.. per avere qualche delucidazione su questi strani numeri… mi toccherà aspettare ancora ^___^

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