Audio Racconti Metronapolitani

Una raccolta www.storydrawer.org

Nella Vigna Del Signore

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 22 giugno 2013

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 voti, media: 5,00 su 5)
Loading ... Loading ...

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 voti, media: 5,00 su 5)
Loading ... Loading …


NELLA VIGNA DEL SIGNORE

Oltre questa vigna ove vivono angeli azzurri e rosei che volano lontano poi vicino, belli e dannati , seduto al suo posto mio nonno e senza soldi ,ha speso in osteria l’ultimo salario ,poveretto chi sa come se la caverà nel ritornare a casa con mia nonna quale scusa troverà. Il mondo gira veloce e come quel liquido rosso fuoco che scende lungo il gargarozzo che ti fa ridere poi piangere ti fa ricordare d’essere un uomo o chi sa quale prodigio. La notte è così bella, l’estate ha maturato ogni cosa ,ogni pensiero, ogni frutto pende gaio e succulento dai rami frondosi degli alberi, belli e grandi. La notte e il suo mistero, le sue stelle più ubriache di mio nonno. E te lo sussurro in un orecchio io sono ciò che sono ,io sono quel frutto appeso ad un albero in mezzo ad una campagna assolata, infinita e gaudente immersa in quell’armonia primordiale . Correre, tuffarsi in mezzo all’erba scolarsi una buona bottiglia
di vino ,osservare il sole ,ridere ,annusare l’odore dei fiori.
Ai confini di un sogno ,di una leggenda ove padri e figli rinascono s’abbracciano diventano tutt’uno ,diventano questa poesia, questi pensieri sballati ed effimeri, figli di un mondo che cade sempre più basso portandosi seco sentimenti e passioni. Rammento il mio dubbio, le mie perplessità le cose impossibile che s’intrecciano come la trama di un film ,ogni cosa diviene si scinde in dispiaceri
e speranze in canzoni e ritornelli allegri. Ogni cosa diviene e ti porta via con se, lasciandoti di nuovo solo, sconfitto o vincente credimi non importa . E la volontà che ti salva ,ti rende libero da questo odio, tondo come il mondo, profondo come il mare ,bello come un buon bicchiere di vino rosso. Camminare su un mondo di rifiuti camminare verso la notte, verso l’alba, verso altri giorni cercando chi sa quale fortuna quale sogno. Mi sorreggo sui lunghi filari con la mia asta pendo un po’ di qua e di là . Ho sempre sognato che tutto fosse un giorno qualcosa di eccezionale, viaggiare ,andare volare attraverso il cielo sopra nazioni . Questo viaggio fatto di tanti ricordi portando seco maledizioni ,sorrisi di una infanzia felice. Camminare sui fili dei ricordi attraverso ogni credo ,attraverso ogni cosa ,passo non mi fermo continuo ad andare verso il tramonto verso giorni migliori. Su una nuvola colorata fumo, canto una canzone ed osservo poi mi alzo ed urino. Saluto quel vecchio seduto fuori la sua vecchia casa. Il vento mi porta lontano oltre questo giardino ,oltre questo mondo ove vengo ingoiato, digerito. Ma quale colpa ho. Quale errore ho commesso ? Di non aver accettato la segreta ipocrisia di una realtà sempre più avida lucida e malvagia . Nuotare in una tinozza di vino ,festeggiare insieme a mio nonno una vita ,una fine , una guerra che ha trascinato sempre più in basso un umanità prolifica una politica innaturale che non conosce soluzione non conosce risposta. Poi prendo l’autobus delle sette e alla malora questo mondo ,questo frutto proibito che pende in questo giardino circondato da criminali da vampiri ,da monelli ,da vecchi musicisti in mutande. E tu discuti del bello e del brutto di cosa significa vivere aldilà del bene e del male, aldilà delle regole in mezzo al traffico ,in mezzo ad uno scandalo, colpito da una bestemmia cadere, cadere sempre più giù. Poi risalgo cerco di ridiventare serio, mi lavo il viso sommo la mia pazzia al buon senso , sommo la morte alla vita ,quante vittime quante illusioni crescono in questo giardino e mio nonno canta una canzone alla sua patria alla sua terra macchiata di sangue la sua vita e un sogno timido ,piccolo e goffo quanto questa breve gioia quanto questo breve canto , quanto questo cammino intrapreso sul ciglio di una strada tutta curve , fatta di ripide salite che conduce al castello del creatore al giardino delle esperidi dove la vite s’intreccia alla pianta d’ulivo dove la sofferenza svanisce nella luce della comune ragione.

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>