Audio Racconti Metronapolitani

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Benvenuti Sul Nostro Pianeta

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 8 agosto 2013

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Benvenuti Sul Nostro Pianeta

Inserito in un sistema elettronico ,dimenticato nel divenire,ad un passo dalla salvezza ,navigando in un mare di onde radio, nel silenzio degli anni, nella morte che avanza nel dare nell’avere in ogni intendere nel riderci sopra nel soffrire e conoscere nella convinzione tutto questo un giorno svanirà. Un tetro grattacielo sorge tra mille rovine ascoltando il canto dell’impaurita cicala nel caldo meriggio . Cerco la chiave della felicita sulle ali del vento ,volo lontano oltre una montagna di rifiuti oltre ogni ipocrisia son certo di vivere di credere ancora, son certo di essere ciò che sono o è forse una mia illusione? Nella gioia del vivere nello scorrere della memoria svanire nell’ignoto lontano su un satellite artificiale abitato da innocui esseri in mezzo ad un destino ignaro nella buona o cattiva sorte crescere, vivere, ridere tra l’onde del mare nuotare libero ad un passo dall’essere anch’io qualcuno. La vetta del grattacielo splende , la salgo faticosamente Il mio nome , il mio viso ciò che sono stato ogni cosa svanisce il mio nome è nessuno. Summa di milioni individui tartassati da un despota sistema . La luce mi appare. Vedo la salvezza. Vorrei afferrarla divenire in lei sostanza ,forza, pietà . Poi la ragione giunge a placare la mia vanità Ed io muoio e rinasco vile tra i vili discendo le acque del fiume verso la città che mi aveva deriso mi aveva castigato ad essere ultimo tra gli ultimi . Un uomo qualunque ecco cosa sono alto magro con due occhi che vagano alla ricerca di una breve felicita vorrei avere tanti soldi ma non arriva mai nulla di buono solo un pugno di mosche, m’avesse fatto prete forse sarebbe stato meglio invece di combattere contro mille fantasmi contro regole e sistemi che ti stringono in una morsa maciullando ossa e spirito. Ma questo posseggo tutto quello che ho nel bene nel male mi appartiene, non posso tornare indietro. Non posso reclamare il bene che ho dato, che ho avuto ed anche se tutto e così falso in questo stato di cose in questo vortice di egoismi e ingiurie si consuma la mia vita. Chi sono io un poveretto che continua a scrivere stupide poesie che continua a masturbarsi in silenzio in attesa di una buona notizia ignorato e deriso ingrata esistenza se non dai il sedere nessuno ti prende in considerazione. Anche oggi ho dovuto combattere per sedermi sull’ aerobus per andare a lavoro, ancora in preda alle mie visioni notturne i mie versi infausti che affiorano alla mia mente come uno sballo postumo ,come una sbronza notturna. La città con i suoi occhi elettronici telecamere che ti sorvegliano ogni attimo ad ogni passo non puoi dire nulla contro chi ti dirige contro chi ti da lavoro, sicurezza. La mattina ne vedo a migliaia individui come me forse sono già morti da un pezzo ma non ha importanza la cosa essenziale e andare a lavoro , produrre , fare quello che ti e stato assegnato . Gli alieni comandano l’intera metropoli li chiamo ancora alieni ridicolo vengono da un lontano sistema stellare hanno macchine potentissime che ti trasportano in breve tempo in lontanissimi pianeti da loro conquistati. Lavorare per i marziani a me piace mi diverte ieri mattina ne ho visto uno che sembrava pisciare vicino ad un muro mi e venuto da ridere poi uno dei loro androidi mi ha suggerito di non ridere perché se ne sarebbe accorto mi avrebbe fatto cacciare via . Così mi sono stato zitto e sono salito sulla navicella per andare a lavorare di nascosto ho composto una mia poesia lo poi corretta e trasformata in un file audio. Uno di fronte a me con gli occhi sgranati faticava a respirare. Qualcuno voleva intervenire ad aiutarlo ma gli androidi gli hanno somministrato un cocktail di farmaci in pochi minuti e ritornato ad essere lucido e sorridente. L’androide che mi aveva suggerito di non ridere alla partenza e venuto a sedersi accanto a me mi ha messo il suo braccio meccanico sulla spalla e mi ha detto: stai attento amico a quello che fai, i padroni sono brava gente non vogliono fare del male a nessuno danno lavoro al tutti, chi vuol lavorare come vedi se li prendono storpi ,malati diseredati . Non ha importanza per loro chi sei ,da dove vieni l’importante che fai il tuo lavoro e come già hai visto pagano bene , ti danno ogni sicurezza ti rifocillano ti mettono allegria e qualche volte li ho visto fare anche dei bei regali per i più volenterosi. Ma non deriderli per il loro aspetto così diverso dal tuo riescono a mala pena ad accertarlo . Questo è un mio consiglio poi fai quello che vuoi. Ti ho visto scrivere mi piace la vostra poesia siete così spassosi voi umani, anzi ti confesso che mi siete simpatici. Guarda il cosmo attraverso gli oblò guarda quanti pianeti quanta grandezza, quanta ricchezza vive ancora ignorata all’interno di quei pianeti sconosciuti. I miei padroni lo sai hanno visitato l’universo fino in luoghi lontanissimi ed inaccessibili hanno combattuto tante battaglie beh non voglio annoiarti tra poco saremo su Meris dobbiamo fare un breve scalo per permettere di salire altri lavoratori. Scusami e rifletti su quello che ti ho detto. Va bene amico gli dico non preoccuparti cercherò di stare attento. Ecco bravo ,cerca di stare attento. La nave atterra su un pianeta dall’aria irrespirabile in pochi minuti salgono a bordo dei strani esseri dalle grandi braccia muscolose hanno un aspetto truce quasi mostruoso. Si siedono poi tutto ad un tratto mentre la nave riprende il viaggio ci guardano e sorridono. Qualcuno si lecca anche le labbra carnose e rosse hanno gli occhi piccoli un viso pieno di rughe e scaglie . A me mi danno una strana sensazione ma faccio finta di nulla così come loro ricambio sorrisi e faccio pure qualche coccola a una di loro. Siamo quasi giunto, eccoci all’inferno. Sul pianeta kronos tutta rocce e sorgenti di gas ma stranamente con aria per noi respirabile anche se non riesco a capire come mai . Ma purtroppo non si possono fare molte domande il tempo e prezioso in poco tempo mettiamo le nostre tute e scendiamo all’interno dei cunicoli del pianeta a prelevare pietre dallo strano colore ,pietre che cambiano colore ad ogni angolazioni tu li guarda. Non sappiamo di quali materiale è composto ne a cosa serve confesso che a me non m’interessa per niente l’importante e finire il lavoro tornare a casa sano e salvo. Il mio compagno di cordata oggi ha provato ad allontanarsi dal gruppo forse aveva intenzione di vedere dove arrivassero quei lunghi e tetri cunicoli. Lo richiamato diverse volte ehi amico stai attento che ti metti nei guai non sai a cosa vai incontro, cosa potrai trovare andando avanti da solo. Non era del mio pianeta mi ha grugnito alcune cose poi mi ha fatto cenno di stare zitto. E un messaggio telepatico mi ed giunto nella mia testa ti prego fai finta di nulla debbo provare a vedere se riesco a trovare un mio amico disperso. Gli rispondo telepaticamente stai attento, ti osservano. Continuo a lavorare scavo tiro fuori tante pietre le mani mi fanno male lavoro continuo a picconare, scavare inarrestabile per ore dimentico del mio compagno . Vengo tutto ad un tratto bloccato da un androide quasi mi alza da terra e mi dice basta torniamo a casa oggi il lavoro è finito. Come finito abbiamo da poco incominciato. Ho detto basta mi dice l’androide andiamo via . E mi tira forte . Va bene dico ti seguo e nel ritornare indietro non rivedo più il mio compagno penso che sia finita male per lui poveretto. Non posso fare nulla se parlo mi gettano anche me in qualche cunicolo sconosciuto e mi fanno rimanere li in compagnia di chi sa che cosa. Lungo tutto il viaggio di ritorno non faccio altro che pensare a quello strano tipo e che fine avrà fatto. Poi la stanchezza prende sopravvento.Mi addormento , quando riapro gli occhi siamo a casa sul pianeta terra alla stazione degli aerobus. Scendo passo a prendere la paga stabilita e mi sembra di rivedere di nuovo quello strano alieno pisciare su un vecchio muro ove in chiare lettere sbiadite è scritto : Benvenuti sul nostro pianeta.

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