Storie d’Amore e di Morte: Calliroe e Coreso – la “prova” d’Amore
Coreso, sacerdote di Bacco, era stato preso da travolgente passione per Callireo, una bellissima ragazza di Caledone. Costei, invece, non sentiva nessun trasporto per l’ardente innamorato.
Fu così che Coreso finì per chiedere l’intervento di Bacco, affinché lo vendicasse di tanta indifferenza.
Quel gaudente di Bacco si prestò al gioco senza alcun indugio e lo fece nel modo a lui più congeniale: facendo prendere una bella sbronza a tutto il Paese. Una sbronza così forte da togliere il bene dell’intelletto a tutti i Caledonesi.
Per recuperarlo, spiegò l’Oracolo, bastava sacrificare a Bacco l’insensibile fanciulla in questione oppure una persona che fosse disposta a morire al suo posto.
Calliroe era bellissima e non c’era giovanotto che non spasimasse per lei ed a tutti loro, lei chiese la grande “prova” d’amore. Nessuno, però, si fece avanti disposto a sacrificarsi.
Fu così che la bella Calliroe, agghindata di tutto punto, fiori, foglie e gioielli, fu condotta all’altare sacrificale, ma…. ecco il colpo di scena.
Coreso, il Gran Sacerdote di Bacco, innamorato respinto, già pronto ai piedi dell’altare con il coltello sacrificale in mano, invece di conficcarlo nel petto della ragazza, ormai rassegnata alla morte, lo volse contro di sé.
Toccata da tanta “prova” d’amore, Calliroe sentì di colpo infiammarsi il cuore per quel giovane più volte respinto e si trafisse il petto con lo stesso coltello.
Impietositi, gli Dei trasformarono i due in una sola fonte: la Fonte di Atene, alla foce dell’Ilisso, fiume dell’Attica.
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Grazie per aver pubblicato questo mito, ne avevo bisogno per il commento ad un dipinto di Fragonad! Mi sapresti gentilmente indicare la fonte diretta della tua prosa?
Mi perdonerai sicuramente la precisazione..
Callioré non é una “bellissima ragazza”, ma una delle tremila Oceanie (personificazione dell’acqua che scorre). Da Esiodo
Coreso di conseguenza non puó essere sacerdote di Bacco, ma di Dioniso..potrebbe sembrare banale, ma la figura di Dioniso é estremamente piú complessa di quella di Bacco, per esempio nella sua contrapposizione con Apollo .. Disgiunzione e Unione .
Per continuare il dibattito ho comunque bisogno della fonte, te ne sarei grata!!
Grazie,
Cristina
ciao, Cristina… felicissima di conoscerti e felice che il mio breve articolo possa essere utile alla tua ricerca: a proposito aggiungo:
la mitologia greco-romana parla di quattro Calliroe.
- Calliroe, madre di Gerione e figlia di Teti e Oceano: Oceanina, come dici tu,, ma non è la protagonista dell’articolo in questione.
- Calliroe, Alcmeone ed Arsinoe con al centro della vicenda, un prezioso monile e neppure questa è la protagonista.
- Calliroe, figlia del dio del fiume Scamandro e madre di Ganimede
- Calliroe di Calidone, non un’Oceanina, ma una bella fanciulla di cui si era innamorato il sacerdote di Bacco-Dioniso: è questa la mia Calliroe.
A proposito di Dioniso, Sofocle dette a questa Divinità l’appellativo di “Polinomio”, ossia “dai tanti nomi” , secondo le funzioni e le caratteristiche che gli vennero attribuite: Bacco, Libero, Sabazio,…
Dioniso era giunto in Grecia dalla Tracia, (e probabilmente non era neppure originario di questa terra) e Bacco è il nome con cui i Greci chiamarono Dioniso nella sua funzione dell’ebrezza, appellativo che finì per soppiantare il nome originale, che in Tracia era Sabazio e in Grecia divenne Dioniso.
In Tracia gli erano sacre fitte foreste e vallate ventose ed era venerato come personificazione delle forze irruenti della natura: carattere che lo fece assurgere (anche in Grecia ed a Roma) a Signore di festini orgiastici (dopo la scoperta del vino).
Forse proprio per l’uso e l’abuso di questa bevanda, il culto di Bacco-Dioniso fu accostato a quello di Divinità misteriche come Cibele, Ermete e (come giustamente dici tu) agli oracoli di Apollo.
Certo è che la “biografia”, di questa Divinità, (dalle molteplici attribuzioni di paternità) se così si può dire, risulta ambigua, confusa e complessa… proprio come affermi tu.
A proposito delle mie fonti: “I miti Greci” di Robert Graves, ma anche ricerche in biblioteche varie….
A proposito, Cristina… ti ho cercata in questo sito, ma non sono riuscita a trovarti… mi dai qualche dritta?
Aspetto con piacere la replica a quanto sopra… sono sicura che sarà interessante.. un grosso ciao, ciao