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La seconda iscrizione:
“Pastora. Nessuna Tentazione. Che Poussin, Teniers detengono la chiave: Pace 681. Per la Croce e per questo Cavallo di Dio, io compio “anniento” questo demone di guardiano a mezzogiorno. Mele Azzurre.”
Che cosa significherebbe?
Chiave 681 sarebbe l’anno in cui sono avvenuti i… chiamiamoli così, mescolamenti genealogici (che tradotto vuol dire: matrimonio) fra un discendente del Cristo e un membro della famiglia reale della Dinastia Merovingia?
I Merovingi, discendenti di Cristo?
Affascinante, è stata definita questa teoria: stravagante, direi io. Inquietante e perfino mortificante per l’umano intelletto.
Per decine di secoli, dunque, una “genia divina” (il Cristo sarebbe oppure no, Figlio di Dio?) avrebbe vissuto in mezzo a poveri mortali senza mai intervenire in guerre, genocidi, pestilenze, e altro? Uomini e donne, dal sangue divino, avrebbero condotto la propria esistenza come qualsiasi mortale su questa Terra?
Tutto questo, fino a quando qualcuno non li ha “scovati”: un pretino francese che in punto di morte ha rivelato il suo “segreto”… un pretino che, tra le altre vicissitudini, era stato perfino scomunicato per attività simoniaca.
Sotto la chiesa, infatti, si trova una cripta ed è probabile che al suo interno vi fossero reperti antichi con il cui traffico clandestino, il bravo pretino si sia è arricchito: era quello il ”tesoro”.

A questo punto la domanda è d’obbligo: i messaggi delle
Pergamene sono autentici oppure no?
La sottoscritta dubita perfino della loro esistenza! Chi ha potuto dare un’occhiata al famoso pilastro che regge l’altare, ha potuto anche costatare che il nascondiglio( un minuscolo foro) è talmente piccolo da non poter contenere assolutamente nulla e tanto meno quattro pergamene.

Oltre alle Pergamene, però, replicano gli irriducibili di tale teoria, ci sono varie iscrizioni e rebus, distribuiti qua e là, all’interno ed all’esterno della chiesa.
Quello che per molti costituisce un affascinante rompicapo si trova inciso sul portale. Breve e lapidario, recita così:
“Terribilis est locus iste”
Una scritta latina che per molti significherebbe :
«Questo luogo è terribile »
Un vero latinista, però, come la tradurrebbe?
Ricordo ancora la famosa frase risalente ai miei primi approcci con questa “morta” ma sempre viva lingua: “mus farinam est”. Io credevo che il topo fosse fatto di farina, anziché mangiarsela, la farina.
La spiegazione più semplice e plausibile dovrebbe essere ricercata nella personalità di colui che ha tracciato tale iscrizione e cioè il bravo, simoniaco pretino, il buon
Sauniére il quale l’ha estrapolata da un versetto biblico:
“Terribile è questo luogo, che è la Casa del Signore e la Porta del Cielo” (Genesi, 28 – 17) e terribile sta per mirabile
e non certo, spaventevole.
Quale credente definirebbe terribile e spaventevole una Chiesa, ossia la Casa del Signore?

C’è, poi, la sibillina iscrizione: “Christus A.O.M.P.S. DEFENDIT” tradotta in:
“Cristo difende l’Antico Ordine Mistico del Priorato di Sion”… ma, del Priorato di Sion ci occuperemo prossimamente.

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