Archive for agosto, 2012


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La Leggenda di Brunilde e Sigfrido

Brunilde era una delle più belle Valchirie, vergini-guerriere inviate, secondo la mitologia nordica, sui campi di battaglia a scegliere i combattenti destinati a morte gloriosa.
Era, però, anche la più testarda ed orgogliosa e con attitudine alla disobbedienza.
Proprio a causa di quel suo carattere, per punizione Odino, Re degli Dei, la relegò sulla cima di un monte circondato di fiamme.
A salvarla arrivò l’eroe di stirpe divina, Sigfrido.
Tra i due scoppiò l’amore. Reciproco e totale che, come spesso succede, attirò sui due innamorati, invidie e gelosie.
Il cattivo di turno era il mago Hayen, vero genio del male, segretamente e follemente innamorato della bella Valchiria.
Egli riuscì con un incantesimo a dividere i due amanti.
Con un filtro magico, fatto bere con l’inganno a Sigfrido, ospite del Re dei Burgundi, fece accendere d’amore e di passione il cuore dell’eroe per la bella Crimilde, figlia del Re.
Sotto l’effetto dell’incantesimo, l’eroe abbandonò Brunilde e sposò Crimilde.
E non si accontentò di questo. Brigò e ci riuscì, a far sposare Brunilde con Gunther, fratello di Crimilde
Umiliata e offesa, la bella Valchiria finse di accondiscendere alle richieste dell’ ex-innamorato: sposò Gunther, ma dentro di sé covò una terribile vendetta: rivelò al perfido Heyen il punto vulnerabile dell’eroe.
Sigfrido, infatti, in una delle tante sue imprese, aveva affrontato ed ucciso il drago Fafnir e si era bagnato nel suo sangue, rendendosi invulnerabile. Ad eccezione della spalla sinistra, su cui si era depositata una foglia.
Proprio in quel punto della spalla fu scagliata la freccia che lo uccise.
Quando apprese dell’inganno del filtro, Brunilde, non reggendo al dolore e al rimorso, si lanciò con il cavallo sulla pira che Crimilde aveva fatto innalzare per adagiare il cadavere dell’eroe, e vi trovò la morte.
Le fiamme si alzarono e raggiunsero il Walhalla, la residenza degli Dei, Odino l’accolse a braccia aperte e dove gli spiriti dei due amanti vissero uniti e per sempre.

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Katia la Dolce, figlia del saggio Magnus, secondo una leggenda nordica, era ritenuta la ragazza più bella di tutta l’Islanda e per questo era da tutti corteggiata e ammirata.
Fra i pretendenti c’era anche il feroce guerriero Styr, capo degli Sturle , un gruppo di guerrieri-banditi che terrorizzavano villaggi e contrade costringendo la popolazione ad ogni sorta di angherie.
La bella Katia rifiutò le sue profferte amorose, ma Styr non era tipo da accettare un rifiuto. Violento e prepotente, abituato ad ottenere o prendersi con la violenza tutto ciò che voleva, case, castelli e terreni e altro, non gradì per nulla quel rifiuto.
Con alcuni compagni, fra i più violenti e sanguinari della banda, irruppe nella casa di Magnus.
Magnus fu subito ridotto all’impotenza e i due giovanissimi fratelli, Gunt e Thor, accorsi in aiuto della sorella, furono barbaramente uccisi.
La povera ragazza venne trascinata via con la violenza e costretta a partecipare ad un orgiastico banchetto in suo onore.
Nel momento, però, in cui Styr, in preda ai fumi dell’alcool, si avventava sulla ragazza per violentarla, qualcosa di straordinario lo fermò: gli spettri di Gunt e Thor, che si frapposero fra lui e la sorella.
La faccia sconvolta dal terrore e dallo smarrimento, il feroce bandito barcollò e si accasciò ai piedi della ragazza.
Costretto, infine, secondo le usanze del tempo, a comparire davanti ad un Tribunale e condannato a sostenere un duello con un Guerriero-Campione, Styr, in preda alla follia più cupa, si detta alla fuga e vagò a lungo nelle brughiere brumose d’Islanda, fino a che la morte non lo colse in maniera assai misteriosa.

LE VALCHIRIE

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Valchiria! E’ un termine che evoca oggi, soprattutto nell’immaginario maschile, la figura di una bellissima ragazza di origine nordica.
Le Valchirie appartengono proprio alla leggenda ed alla mitologia nordica; della Scandinavia, per la precisione. Ed erano davvero bellissime: corpi statuari e lunghi capelli dorati.
Bellissime, vergini e guerriere.
Le Valchirie erano inviate da Odino, re degli Dei, nei luoghi dove infuriava la battaglia, ad accendere i combattimenti e scegliere i guerrieri destinati a morte gloriosa: gli Einherii.
Dai campi di battaglia, le Vergini-guerriere, dalle corazze di cuoio e gli elmi piumati, guidavano gli spiriti dei valorosi caduti in battaglia fino al Walhalla, dimora di Odino, in Asgard.
Il termine Walkyrie, infatti, trae la sua origine da wal, che significa battaglia e kyran, cioè, scegliere.
Terminata la battaglia, Le Valchirie guidavano gli spiriti dei valorosi caduti attraverso la “selva d’oro” di Glasor e li conducevano fino al cospetto di Odino, nel Walhalla.
Qui, per fortificarsi e rendersi invincibili, i guerrieri si cibavano del verro Sadhrimmnir (maschio di maiale dalla carne illimitata) e si dissetavano con idromele fornito dalla capra Heidrun.
Ogni giorno, sotto la guida delle Valkirie, si esercitavano in durissimi tornei per essere pronti alla lotta finale e senza quartiere che dovevano affrontare quando sarebbe giunta la fine del mondo.
Lo stesso Odino partecipava a quelle tenzoni, in sella a Sleipnir, il suo cavallo e impugnando Gungnir, la sua lancia.
Di numero non ben definito, nove o forse dodici, i nomi di queste Vergini-guerriere immortali, erano sicuramente di carattere guerresco: Gud, Hrund, Hild, ecc…
Più noto, forse, il nome di Brunilde, ma solo perché nata dal genio di R. Wagner che, per la sua splendida opera “Le Valchirie” , compose musica e libretto, ispirandosi alla mitologia del popolo dei Nibelunghi.