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Il legno su cui il Cristo subì il supplizio, oggi non esiste quasi più. In realtà, sparsi per il mondo vi sono decine e decine di frammenti custoditi in Stauroteche (questo il nome delle teche).
Il più grande di questi frammenti si trova a Roma nella Basilica di Santa Croce, fatta edificare da S. Elena, madre dell’imperatore Costantino.
Molti altri frammenti, in Italia si trovano: nel Duomo di Vico del Gargano, nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino,ecc.. e ancora: a Cantabria, in Spagna e così via.

Ma che cosa ne è stato della Croce e come è arrivata in Occidente, da Gerusalemme?
Bisogna tornare indietro di duemila anni fino al triste giorno della crocifissione e morte del Cristo.
Deposto dalla croce, sappiamo tutti, il Cristo non fu sepolto nel cimitero comune. Per gli Ebrei, seppellire in luogo consacrato un condannato a morte, era considerato un atto di profanazione e per questo un atto proibito.
Anche gli strumenti di morte, croce, spada, pietre… venivano sotterrati con il condannato o nei pressi del luogo della sua sepoltura, che era sempre il luogo ove era stato giustiziato.
Lo sapeva bene l’imperatrice Elena, già avanti negli anni, la quale non voleva morire prima di aver visitato i luoghi del martirio di Cristo.
Si recò, dunque, circa quattro secoli più tardi, in quei luoghi, nella zona del Golgota, alla ricerca di qualche traccia di quei fatti dolorosi.
A lungo si aggirò fra ruderi e grotte; fece scavare qua e là ed infine trovò in un anfratto tre croci e su una c’era scritto: ” Gesù Nazareno Re dei Giudei”.

Era una Reliquia molto preziosa. La più preziosa della Cristianità e tutte le Chiese ambivano possederne almeno un frammento.
La regina Elena cercò di accontentare un po’ tutti: lasciò a Gerusalemme il palo verticale, inviò a Costantinopoli al figlio, l’imperatore Costantino, un secondo pezzo ed un terzo lo portò con sé a Roma.
Molti altri piccoli frammenti, infine, presero altre vie, come si è già visto; sono gli unici rimasti e tutti insieme costituiscono soltanto il dieci per cento di tutta la Croce.

Ma che cosa ne è stato della Vera Croce (il palo verticale), quella rimasta a Gerusalemme?
Attraversò indenne più di un millennio, ma non superò la “valanga” Crociate.

Nella primavera del 1.119, re Ruggero fece arrivare la Santa Croce da Gerusalemme e la fece innalzare su una collinetta per sollevare il morale dell’esercito crociato.
Soprattutto Baldovino, re di Gerusalemme, praticava il culto della Croce e prima della battaglia la innalzava per mostrarla ai combattenti affinché infondesse in loro coraggio e ardimento.
In verità, la Chiesa di Gerusalemme non approvava la disinvoltura con cui i vari principi e sovrani esponevano la Sacra Reliquia ai pericoli delle battaglie.
E ne aveva ben donde.
Nel 1.187, durante la disastrosa battaglia di Hattin, contro Saladino, la Croce andò perduta e non se ne seppe più nulla.

Del legno impregnato del sangue di Cristo, dunque, oggi non rimangono che frammenti.