Proprio all’ingresso della prima delle grandi Sale della Statuaria, al Museo Egizio di Torino, c’è una splendida colonna papiriforme ornata alla base da un fior di loto chiuso e in alto da un fior di loto aperto.
Osservandola, ogni volta mi viene in mente un episodio riportato da: “Le Istruzioni di Amenemeth”
(Libri della Sapienza).
Amenemhet era un Sovrano con qualità di scriba e teneva una lezione a suo figlio sulla misericordia del Nether- Wa, Dio-Unico, verso gli uomini.
Dopo un po’, il ragazzo, piuttosto scettico, gli fece una domanda:
“Signore, – disse – Come può Dio occuparsi di tutti gli uomini che sono tanti, tanti e poi tanti ancora ed ancora di più?”
Dopo un attimo di riflessione, Amenemhet chiese:
“Figlio, hai mai contemplato un fior di loto?”
“L’ho fatto, sì.” rispose l’altro con accento un po’ stupito.
“Lo sai, figlio, che ogni sera il LunareThot provvede a chiudere ognuno dei petali del calice del fior di loto, affinché né insetti, né animali, né vento o acqua lo danneggi? E lo sai che ogni mattino il Solare Horo provvede a riaprire quei petali per ridare al fiore vita e bellezza?… Se due Divinità importanti come Thot ed Horo si occupano di un umile fiore, come puoi dubitare dell’interessamento di Dio verso l’uomo, la più importante ed amata delle sue creature?”
Cosa dire di insegnamenti come questo!… E’ così attuale, che sembra uscito dalle labbra di un Pontefice.
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