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Il passo dal rancore alla vendetta fu breve e l’occasione gliela dette la visita a Parigi del Gran Maestro, preoccupato delle strane voci che circolavano sull’Ordine e sui Cavalieri.
All’alba del 13 ottobre del 1307, alla stessa ora e in tutto il territorio francese, uomini armati si presentarono alle Commende. ( i conventi con annesse proprietà, dei monaci-guerrieri). Circa 2000.
I soldati del Re arrestarono tutti i Templari e sequestrarono i loro beni con l’accusa di eresia, così formulata:
. rito segreto di Iniziazione attraverso cerimonia blasfema.
- Adorazione di un “idolo” non ben definito, da parte del Gran Maestro e delle alte gerarchie dell’Ordine.
- Omissione della consacrazione dell’Ostia durante la celebrazione della Messa
- Sodomia

Come ogni Confraternita che si rispetti, anche i Templari , in verità, avevano tutta una serie di rituali segreti, soprattutto legati all’Iniziazione, suggestiva, ma discutibile e talvolta incomprensibilmente blasfema, come risulta dalle Carte Vaticane del Processo intentato contro l’Ordine nel 1308.
Seguiamo una cerimonia d’Iniziazione.
L’adepto, accompagnato da due Scudieri, si reca alla “Casa dell’Ordine” dove, attraverso uno spiraglio, due Templari gli chiedono. “Cosa desideri?”
“Entrare nel Tempio.” è la risposta.
La porta si apre ed egli è condotto alla presenza del Gran Maestro e di 12 Templari, tutti con indosso il bianco mantello con sulla spalla sinistra ricamata la Croce.
Inizia l’Interrogatorio e segue il Giuramento, che si conclude con il “Bacio della Pace” sulla bocca, ma anche
(risulterà dagli atti di accusa) “in fine spine dorsi”… e non occorre traduzione.
Se gli atti di accusa sono veritieri, risulterà che all’adepto viene richiesto perfino di sputare sul Crocifisso… ma questo era un particolare ancora ignoto prima del processo e, in verità, un particolar assai debole, considerata la fonte: le “confessioni” ad un altro detenuto, di un Cavaliere espulso dal Tempio e finito nelle carceri di Parigi.

Ma torniamo al Processo.
Re Filippo ne affidò il corso a Guillaume de Nogaret, inflessibile ed implacabile Inquisitore della Chiesa di Francia ed amico suo personale.
Si trattava di un processo di carattere religioso e non spettava al Re intentarlo, essendo esclusivo diritto della Chiesa: un palese abuso di potere da parte della Francia.
Filippo, che voleva sbrigare la faccenda in poco tempo, ordinò la tortura per far confessare gli accusati e farli condannare al rogo, pena prevista dalla Chiesa Romana per quei “reati”.

Clemente V, però, il Papa, non ne fu affatto contento: il diritto di sottoporre a torture, mutilare e bruciare in nome di Cristo, spettava solo alla Chiesa ed egli rivendicava per sé e per la Chiesa quel “diritto”.
Nel febbraio dello stesso anno, egli annullò ogni potere dell’Inquisitore francese e pur tra le vivaci proteste di re Filippo, intentò un nuovo processo, conducendo personalmente l’interrogatorio su 72 Templari; gli altri furono interrogati da vescovi e cardinali.
La Chiesa era sempre stata dalla parte dei Cavalieri e questi, forse, si aspettavano lo fosse anche Papa Clemente.
Invece, il Papa (forse per opportunità o forse per timore nei confronti della Francia) ordinò lo scioglimento dell’Ordine: una decisione che segnò la fine dei Cavalieri.
Quelli che avevano confermato la confessione furono liberati, gli altri, condannati al rogo.
Quanto al Gran Maestro ed ai vertici dell’Ordine, proprio sul sagrato di Notre Dame, essi confermarono le proprie confessioni e vennero condannati al carcere perpetuo, ma il Gran Maestro, Jacques de Molay, appreso dello scioglimento dell’Ordine, ritrattò ed affermò che la Regola del Tempio era giusta, lecita e cattolica e che i Cavalieri non erano colpevoli di alcuna forma di eresia.
Re Filippo ordinò immediatamente il rogo per lui e gli altri.
Era il 18 marzo del 1314.
Il Gran Maestro affrontò il rogo senza l’abito sacro dei Templari, quale gesto simbolico d’affermazione d’innocenza ed accompagnò il gesto con una solenne Maledizione nei confronti delle due istituzioni, colpevoli di quelle morti: lo Stato e la Chiesa e predisse, entro l’anno, la morte dei rappresentanti di entrambe.
Gli eventi si verificarono esattamente in aprile e nel novembre del 1314.

A questo punto sorge una domanda: perché tante confessioni, nessuna delle quali sotto tortura? (solo re Filippo fece accompagnare gli interrogatori con la tortura)
La risposta sembra essere una soltanto: il Tempio aveva i suoi “segreti”, ma anche una limitata gerarchia a cui era consentito di accedervi.
Quali erano questi segreti?

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